Elisa Vittori ci ha scritto questa lettera a nome dei ragazzi di Accumoli con i quali, insieme agli psicologi di PSY+ abbiamo vissuto due anni di progetti e ricostruzione.

Era un giorno di agosto, forse il giorno dopo quello più brutto della nostra vita, e mentre sedevamo su una panchina, sotto il tendone del campo sportivo, abbiamo notato un ‘mezzo svitato’ che girava per i tavoli a parlare con la gente. Passano i giorni e di “mezzi svitati” ne sono arrivati altri e noi sempre lì, seduti su quella panchina che li vedevamo passare e presentarsi, salutarci, come se ci conoscessero da sempre. E noi, sempre più perplessi, distaccati, quasi freddi. Portavamo dentro un dolore così forte che ancora oggi è radicato nel profondo della nostra anima. Nel piccolo, ci avete conquistato con una playstation, una stupidaggine, ma in quel momento in cui non avevamo niente per noi era molto.

Passano ancora i giorni e avete continuato a stupirci. La vostra voglia di fare, il sorriso, la determinazione. Piano piano abbiamo cominciato ad aprirci anche noi, a uscire fuori da quella bolla che c’eravamo costruiti intorno, per proteggerci forse. Andava meglio sì, ma eravamo persi, distrutti.

A vent’anni avevamo già perso la speranza. Non vedevamo davanti nient’altro che macerie da scalare e, ogni volta che avevamo l’impressione di fare dei progressi, lasciando dietro i massi più pesanti, boom, un altro terremoto che ci riportava giù, sempre più giù.

Voi siete stati capaci di arrivare fino a lì, nell’abisso in cui eravamo sprofondati. Ci avete lanciato una fune che non abbiamo preso al volo, ma che una volta afferrata non abbiamo lasciato più. Ci siamo aggrappati così forte che le mani hanno iniziato a sanguinare e, anche quando stavamo pensando di mollare la presa per non farci più male, voi eravate lì sopra, a ricordarci che per quanto sia difficile arrivare in cima, solo lì c’è luce.

Avete messo da parte alcune cose per noi, per seguirci fino a San Benedetto. Avete fatto di tutto per permetterci di passare quel periodo nel migliore dei modi possibile. Avete visto le nostre lacrime, ma anche la nostra paura e la nostra gioia. Avete sentito le urla silenziose di chi ha bisogno di un aiuto ma non lo chiede, di chi si nasconde per paura di mostrare le sue fragilità ma ha un bisogno immenso di amore.

Siete rimasti quando altri se ne sono andati quando eravamo soli, quando non credevamo più a niente.

È stato un viaggio lungo 2 anni, in cui si sono creati legami forti che nemmeno il tempo e la distanza riusciranno a spezzare. Siamo una grande famiglia. Ma come tutti i viaggi purtroppo anche questo è giunto al termine. Grazie per ciò che siete stati per due anni interi. Grazie per tutto ciò che avete fatto, non basterebbe un giorno intero ad elencare tutti i progetti e le iniziative che avete intrapreso. Qui ad Accumoli troverete sempre un posto in cui tornare e gente che vi adora.

Grazie soprattutto perché è stato un viaggio bellissimo!!!

Oltre tremila interventi di supporto psicologico di cui 1700 nell’ultimo anno tra sportello di ascolto psicologico rivolto a tutte le fasce di età, attività nelle scuole, laboratori esperienziali con i minori e le attività del campo estivo ‘Rinascita’ ad agosto 2017, dedicato alla riappropriazione del territorio. Sono i numeri del progetto ‘Ricostruiamo le persone’ realizzato da INTERSOS con gli psicologi di PSY+ e il supporto di Mediafriends Olus.