In Italia i contagi hanno ripreso a crescere e così anche nel Lazio e nella città di Roma, dove fin dalle primissime fasi dell’emergenza COVID-19, i team di INTERSOS supportano le persone in condizione di maggiore vulnerabilità. Oggi come a marzo, però, gli interventi delle istituzioni a supporto di queste persone sono insufficienti, soprattutto in vista dell’inverno che non potrà che aggravare la situazione.

 

 

Le nostre due unità mobili non si sono mai fermate e da mesi effettuano, nelle aree più popolose e periferiche della Capitale, visite mediche di valutazione del rischio COVID-19 e sessioni di educazione sanitaria sulle misure di prevenzione e di contenimento dei contagi, rivolgendosi a quelle persone per cui accedere ai servizi di cure primarie risulta quanto mai difficile, a volte impossibile.

 

Ad oggi, infatti, mancano percorsi sanitari e sociali di sorveglianza sanitaria COVID-19 che siano inclusivi ed effettivamente capaci di garantire la salute per tutte e tutti. La grave assenza di percorsi integrati, sociali e sanitari, lascia indietro proprio le persone più fragili, costrette spesso a ricorrere a servizi emergenziali. Da marzo ad oggi abbiamo effettuato oltre 1.600 visite mediche e facilitato percorsi sanitari e sociali di diagnosi e follow-up COVID-19 per oltre 120 persone italiane e straniere in condizione di fragilità.

 

Insediamenti informali

 

I team di INTERSOS sono attivi nell’area intorno alla stazione Termini e nelle principali occupazioni abitative della capitale. Intorno alla stazione Termini sono presenti diversi insediamenti informali, che ospitano un numero variabile di senza fissa dimora, stanziali nel territorio o transitanti. Le persone senza dimora dormono all’aperto, senza servizi igienici tranne quelli presenti in stazione, quando riescono ad utilizzarli. A questi si aggiungono diverse comunità di stranieri residenti o domiciliate nella zona intorno alla stazione, che necessitano prevalentemente di orientamento sociosanitario, legale e di supporto per accedere a percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Qui, da marzo, gli operatori di INTERSOS portano avanti un’attività di sorveglianza attraverso visite mediche, triage per individuare eventuali sintomi da COVID-19 e orientamento sociosanitario ai servizi, facilitando l’individuazione precoce di casi sintomatici e di casi che necessitano di misure di isolamento. Oltre a ciò, i team distribuiscono kit igienici, forniscono orientamento agli sportelli legali territoriali e mappano le persone maggiormente vulnerabili, segnalandole ai servizi del Comune per facilitarne l’accesso ai centri di accoglienza o ai servizi socioassistenziali.

 

Nelle occupazioni abitative in cui siamo presenti, invece, oltre all’attività di screening sanitario, abbiamo costruito nei mesi un rapporto di fiducia con gli abitanti, organizzando anche giornate di formazione sul tema della prevenzione con la partecipazione attiva della popolazione e coinvolgendo la comunità direttamente nel monitoraggio dello stato di salute degli abitanti e nella diffusione delle buone pratiche igieniche.

 

Centri del Comune

 

Grazie ad un accordo stipulato con il Comune di Roma, a partire dal mese di luglio stiamo portando avanti attività di formazione per operatori e operatrici di 8 centri per l’accoglienza ordinaria e straordinaria facenti capo a Roma Capitale. Lo scopo di queste formazioni è la creazione di un modello di sorveglianza sanitaria e assistenza sociosanitaria a tutela delle persone senza dimora o in condizione di fragilità che accedono a questi centri, ma anche degli operatori ai quali non sono ancora state fornite dalle istituzioni indicazioni specifiche e chiare. Ad oggi abbiamo svolto 24 moduli di formazione rivolti a un totale di 53 operatori.

 

A partire dal 4 agosto, grazie a un protocollo stipulato con l’Ufficio Immigrazione del Comune di Roma, gli operatori di INTERSOS effettuano visite mediche presso il centro Barzilai per l’isolamento fiduciario necessario per gli inserimenti nel circuito SIPROIMI (ex SPRAR) di uomini e donne soli, inserimenti ripresi appunto ad agosto dopo mesi di stop.

 

Per diversi mesi, infatti, le accoglienze a Roma sono rimaste ferme per l’assenza di procedure sicure volte ad effettuare nuovi inserimenti. La ripresa delle accoglienze in SIPROIMI è sicuramente un passo avanti ma non è sufficiente a tutelare le persone più vulnerabili. Gli inserimenti nei diversi circuiti di accoglienza stanno riprendendo lentamente con liste d’attesa di molti mesi, in una città in cui i posti per l’accoglienza erano già insufficienti prima dell’emergenza sanitaria. Siamo in attesa che venga presentato il “piano freddo” per le accoglienze durante il periodo invernale e ci auguriamo che l’esperienza di questi mesi possa essere d’insegnamento e che si agisca in discontinuità con il passato potenziando i servizi e tutelando realmente i più fragili.

 

 

 

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