La sentenza della sezione immigrazione del tribunale di Roma avvalora le preoccupazioni di chi in questi mesi ha considerato il Protocollo d’intesa Italia – Albania estremamente pericoloso per i principi fondamentali del diritto d’asilo e della protezione internazionale.

 

In mezzo ci sono esseri umani, spostati e usati come pedine di un gioco politico e di una strategia, quella dell’esternalizzazione delle frontiere, che perpetua il mancato rispetto dei diritti umani delle persone migranti, compromettendo il loro accesso a cure adeguate e tutele necessarie. Delle 16 persone intercettate in mezzo al mare e portate in Albania sulla base di uno screening sommario e inadeguato a riscontrare qualsiasi vulnerabilità, quattro sono state immediatamente riportate in Italia perché minorenni o vulnerabili. I restanti 12, dopo aver visto respinta la propria richiesta d’asilo in tempi record, saranno ora riportati in Italia per decisione del tribunale di Roma che non ha convalidato il fermo, ritenendo Egitto e Bangladesh Paesi non sicuri.

INTERSOS lavora da anni con le persone migranti arrivate in Italia e in Grecia. La nostra esperienza diretta ci dice che tutte le persone che hanno affrontato la rotta migratoria verso l’Europa e attraversato il mediterraneo, presentano vulnerabilità a livello fisico e/o psicologico. Allo stesso tempo, abbiamo documentato negli anni l’impatto negativo delle politiche di detenzione sulla salute mentale delle persone migranti. Una valutazione approfondita delle vulnerabilità e l’applicazione di procedure di screening adeguate è un diritto di ogni persona. Oggi l’Unione Europea, e i governi che ne fanno parte, cercano deliberatamente di aggirare e indebolire standard internazionali di protezione umanitaria che esistono ma vengono ignorati sul suo stesso territorio.