1- LIBANO: 100 GIORNI DALL’ESPLOSIONE NEL PORTO DI BEIRUT

100 giorni da quel pomeriggio del 4 agosto quando l’intera città di Beirut si è sentita togliere il respiro da un’esplosione devastante nel porto.  Pochi giorni fa, nel silenzio generale, la popolazione è arrivata al centesimo giorno di una vita quotidiana totalmente stravolta da quell’esplosione che ha causato almeno 220 vittime e 7.000 feriti. Ospedali inagibili, strade distrutte, 200 mila edifici e case colpite, 178 scuole danneggiate. Condizioni di vita che preoccupano ancora di più con l‘arrivo dell’inverno. Proprio per questo INTERSOS ha iniziato sin da subito ad attivarsi per supportare le famiglie, sostenendole nella riabilitazione delle abitazioni, distribuendo beni di prima necessità e affiancandole con percorsi di aiuto psicosociale. Il trauma dell’accaduto è ancora presente e lo sarà per lungo tempo, la ferita è profonda ed è di un’intera città e un intero popolo.

 

2- CAMERUN: AUMENTANO GLI ATTACCHI CONTRO IL SISTEMA EDUCATIVO NELLA REGIONE ANGLOFONA

197 e 3, due numeri che sembrano non dire nulla. Il primo corrisponde al numero di studenti e insegnanti rapiti e il secondo è il numero degli attacchi contro le scuole nell’area anglofona del Camerun, gli stessi dai quali le persone sono state prese, torturate e alcune di loro rilasciate su riscatto. Numeri registrati tra il 26 ottobre e la metà di novembre. Le violenze contro il sistema dell’educazione sono in aumento in una delle più complesse e insicure regioni del paese dell’Africa equatoriale. Fa paura pensare che il proprio figlio o figlia possano uscire di casa per recarsi a lezione per poi non tornare più. Questo dramma è reale per le famiglie del nord-ovest del Camerun, regione afflitta da un conflitto interno che sta provocando devastazione di villaggi, fuga di persone, aumento di sfollati. INTERSOS conosce bene quella paura, è lì, per monitorare, individuare e registrare le violenze e per assistere le famiglie con assistenza medica e supporto psicologico per i sopravvissuti agli attacchi.

 

3- REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: L’AIUTO ALLE DONNE SOPRAVVISSUTE ALLA VIOLENZA

Sapete cos’è la fistula? Consiste in una lacerazione del perineo, i tessuti che separano la vagina dal retto. Una lacerazione che provoca grave incontinenza e che crea enormi disagi, paure e vergogna nel vivere la vita in comunità. E sapete da cosa viene provocata? Una delle principali cause è la violenza sessuale. Nella Repubblica Democratica del Congo lo stupro è un’arma di guerra, nel 2019 abbiamo assistito e curato 300 donne affette da fistula nei distretti sanitari di Karisimbi, Rutshuru e Lubero, nella regione del Kivu. Da gennaio a settembre 2020 abbiamo documentato 716 episodi di violenza di genere nella provincia di Ituri. Nel Sud Kivu, a settembre 2020, il numero di casi registrati è stato di 920 con 475 casi di stupro. Per il Nord Kivu, sono stati documentati al 30 settembre 2020 ben 957 casi di violenza di genere, di cui 667 casi di stupro. I risultati mostrano che il numero dei casi di violenza sessuale è in netto aumento. Tra pochi giorni, il prossimo 25 novembre, ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne e noi di INTERSOS abbiamo deciso, come ogni anno, di riportare le storie di chi è sopravvissuta ad atti di violenza, molestie, abusi in diversi paesi dove operiamo.

 

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