Le persone vulnerabili che vivono nei siti abitativi collettivi (Collective Shelters) faticano ad accedere a servizi specializzati, nel bel mezzo di una crisi economica che non ha fatto che peggiorare le condizioni di vita

 

 

Il collasso economico in Libano ha messo ancora più sotto pressione una popolazione già sofferente. I rifugiati che già facevano fatica a sbarcare il lunario sono ora costretti a lasciare le proprie case perché non riescono a pagare l’affitto. Vedere le condizioni in cui vivono le persone rifugiate fa male e lascia senza parole. I prezzi dei beni primari come cibo, acqua e medicine sono ormai alle stelle come fossero beni di lusso, costringendo le persone a ridurre ulteriormente gli standard di vita. Inoltre, chi affitta case continua ad alzare i prezzi, visto che la moneta libanese si svaluta ogni giorno di più per via di un’inflazione incontrollata. I rifugiati che hanno un reddito minimo fisso o soccombono all’aumento dell’affitto oppure vengono sfrattati. Nel caso di sfratto, sono costretti a trasferirsi in case più economiche, spesso in condizioni fatiscenti, oppure in insediamenti abitativi informali dove la vita per le famiglie è durissima.

 

L’enorme afflusso di rifugiati siriani in Libano ha aumentato tantissimo la domanda di servizi specializzati da parte dei donatori e delle ONG internazionali che grava sulla capacità di fornire tali servizi a tutte le persone rifugiate in modo tempestivo. Questo rafforza la necessità della collaborazione da parte di più settori d’intervento per sviluppare e utilizzare canali adeguati per garantire a chiunque l’accesso ai servizi essenziali in maniera efficace e immediata.

 

I Collective Shelters, siti abitativi collettivi, sono la fotografia delle condizioni in cui vive una ampia percentuale della popolazione rifugiata. Qui, i rifugiati spesso vivono in spazi senza cucina, senza servizi igienici, porte, finestre, elettricità e acqua corrente. Inoltre, i canoni di locazione sono in continuo aumento, a fronte di interventi quasi nulli da parte dei proprietari per riabilitare gli spazi e garantire gli standard minimi di abitabilità.

 

Intersos sta lavorando per migliorare gli standard di abitabilità di alcuni dei Collective Shelters attraverso l’aiuto di UNHCR. Il nostro intervento ha aiutato moltissime famiglie a mantenere le loro case attraverso la mediazione e la chiusura di un accordo con i proprietari per far restare le famiglie gratuitamente negli appartamenti in cambio della ristrutturazione. Questa modalità ha aiutato entrambe le parti attraverso lavori di ristrutturazione che hanno migliorato le condizioni delle abitazioni soddisfacendo contemporaneamente le esigenze dei proprietari e delle persone che assistiamo. Nel nostro lavoro è fondamentale garantire aiuto in condizioni di emergenza per coloro che ne hanno più bisogno. Continueremo a farlo, a sostenere le famiglie più vulnerabili e garantire le condizioni per una vita di dignità e speranza per ogni persona assistita.

 

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