Sedici bambini stanno per tornare a casa: dopo quasi tre anni, possono riabbracciare i loro genitori. Laura li saluta, sta trattenendo le lacrime per l’emozione.

Sono mesi che lei e il resto dello staff INTERSOS lavorano per ricongiungere questi bambini alle loro famiglie.

Quando è iniziata la guerra civile che sta dilaniando il Sud Sudan e la sua popolazione, molte famiglie sono state devastate dagli scontri e dalla violenza dilagante, tante madri sono state separate dai propri figli, molti sono morti durante i combattimenti, molti sono dispersi, lontani, impossibili da raggiungere. Come è successo a questi sedici bambini, che finalmente oggi tornano dai loro genitori.

Siamo a Malakal, dove Laura vive e lavora: era una grande città, adesso deserta e distrutta; al suo posto c’è un campo per sfollati, una distesa infinita di tende e lamiera dove 60.000 persone hanno trovato rifugio dai massacri. Un fiume separa Malakal da un’altra cittadina, Wau Shiluk: negli ultimi tre anni quel fiume è diventato una barriera invalicabile per migliaia di famiglie perché separa l’area sotto il controllo dell’esercito governativo dalle zone controllate dalle milizie ribelli. Così, con lo scoppio della guerra, migliaia di famiglie sono state separate: parte su una sponda, parte sull’altra, senza possibilità di raggiungersi.

Tra le centinaia di bambini, che sono stati separati dai genitori rimanendo soli, ci sono loro, i piccoli a cui Laura, capo progetto INTERSOS, non smette di sorridere e di rassicurare. Li conosce bene, conosce i loro volti, i loro sguardi impauriti, alcuni sono molto piccoli, 4 anni, i più grandi non superano i 14 anni. Lei e gli altri operatori INTERSOS li hanno trovati nel campo, soli, tra migliaia di persone. Negli ultimi mesi si sono assicurati che ricevessero cibo e cure, hanno trovato delle famiglie affidatarie finché non hanno rintracciato i genitori, sono andati a trovarli ogni settimana per accertarsi che stessero bene, che andassero a scuola.

E oggi è il gran giorno: dopo mesi di ricerche, hanno rintracciato i genitori sull’altra sponda. I bambini possono attraversare quel fiume, al sicuro, per riabbracciare mamma e papà, che non vedono da quasi tre anni.

Laura non smette di guardare i bambini, trattiene le lacrime di gioia per non spaventarli: continua a rassicurarli, a controllare che abbiano tutto con loro. E’ il momento di salutarli. Stanno tornando a casa.