Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, passo fondamentale per i diritti dei più giovani in tutto il mondo, finalmente riconosciuti come titolari di diritti inalienabili.

Uno dei principi fondamentali del testo riguarda il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo. In questa ottica, INTERSOS opera in molte nazioni, tra cui quella di Mayiel, bambino disabile sud sudanese, per garantire i diritti dei più bisognosi, tra cui il diritto di ricevere un’educazione.

Era il 2014 quando la situazione politica in Sud Sudan portava ad un’escalation di violenza forzando centinaia di migliaia di persone a lasciare le proprie case. Mayiel aveva solo 9 anni quando, insieme al fratello e i ai genitori, fu costretto a fuggire dal villaggio natale di Wangkei, per trovare rifugio nella città di Bentiu.

La vita di Mayiel, non era mai stata facile: a causa di una disabilità che gli impedisce di camminare, non era mai riuscito ad usufruire dei servizi scolastici del suo villaggio. Altre le priorità: “Bisognava pensare a sopravvivere e l’educazione rappresentava un extra, un lusso che non potevamo permetterci”, raccontano i genitori. Solo ultimamente hanno capito quanto la scuola possa essere importante per i loro due figli e il loro futuro.

Oggi Mayiel, 13 anni, sorride di nuovo e può andare a scuola grazie alla nuova sedia a rotelle che INTERSOS gli ha donato, ma soprattutto grazie al sostegno costante ricevuto nell’ambito del programma di protezione ed educazione in emergenza rivolto a ragazze e ragazzi nel campo di protezione di civili di Bentiu.

Anche per i nostri operatori, tutto è iniziato 4 anni fa. Nel campo di Bentiu si registrava la mancanza di scuole, di servizi igienici e di luoghi sicuri. Da una prima analisi la zona risultava quella più inaccessibile agli aiuti umanitari: lontana, nessuna strada sicura e percorribile, nessuna organizzazione sul posto a offrire soccorso alla popolazione.

Il primo obiettivo del nostro progetto è stato adibire un piccolo centro a quello che più si avvicinava a una scuola così come la conosciamo in Italia, trovare insegnanti disponibili e garantire luoghi protetti per bambini e ragazzi.

Tra il 2015 e il 2016, con il nostro intervento intensivo nel territorio, le scuole operative erano già diventate 4 ma i bambini che le frequentavano erano ancora pochi. A causa dei numerosi conflitti a fuoco il fenomeno dell’abbandono scolastico era ancora alto, bisognava fare di più: dovevamo raggiungere anche gli adolescenti e fare training ad hoc agli insegnanti sull’Educazione in Emergenza.

Con la collaborazione di UNICEF, WFP e CHF, i programmi di educazione in emergenza furono ulteriormente ampliati anche con l’aggiunta di un programma di promozione igienico-sanitario. Tra il 2017 e il 2018 il numero di studenti registrati nelle scuole è molto cresciuto. Quest’anno, in 28 scuole riabilitate, 37,945 ragazzi, tra cui 11,989 ragazze, si sono iscritti a scuola.

Mayiel ci ha raccontato che per via della sua disabilità si è sempre sentito diverso. La sua famiglia lo ha sempre sostenuto e fatto sentire amato e suo fratello maggiore gli è sempre stato vicino per aiutarlo negli spostamenti. Andare a scuola è sempre stato il suo sogno: un sogno di normalità che, a causa della guerra, dell’insicurezza e della non preparazione delle scuole ad accogliere una persona come lui, non era mai riuscito a coronare.

Grazie al nostro intervento la scuola non è più un sogno per i bambini e bambine nelle aree di Bentiu e Mayiel avendo riacquistato sicurezza in sé stesso può finalmente andare a scuola con i suoi amici e suo fratello, che rimane sempre al suo fianco.