Libano, aiutiamo la popolazione travolta dalla guerra
Attualmente in Libano è in corso un cessate il fuoco temporaneo, ma gli attacchi indiscriminati israeliani contro la popolazione e le infrastrutture civili libanesi hanno causato migliaia di vittime e oltre 1 milione di sfollati. INTERSOS fornisce dall’inizio della guerra assistenza umanitaria urgente alle persone colpite, compresi i rifugiati siriani, riabilitando i centri di accoglienza, distribuendo beni di prima necessità e fornendo supporto psicologico.
Dall’ottobre 2023, il conflitto in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati si è rapidamente esteso ad altri Paesi del Medio Oriente, in particolare al Libano. Gli scambi di fuoco tra le forze Israeliane e Hezbollah e altri gruppi armati al confine meridionale del Paese si sono susseguiti quotidianamente per mesi finché, a partire dalla fine di settembre, i bombardamenti israeliani si sono drammaticamente intensificati nel Sud e nell’Est del Libano, allargandosi ad altre aree del Paese precedentemente non coinvolte dalla violenza e colpendo aree densamente popolate. Il 28 novembre è stato raggiunto un fragile accordo di cessate il fuoco nel Paese.
Gli attacchi israeliani in Libano hanno ucciso oltre 3.000 persone dall’8 ottobre 2023 e costretto allo sfollamento circa 1,3 milioni di persone, sia all’interno del Libano che nei Paesi limitrofi.
Per mesi abbiamo denunciato violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze armate israeliane nel Paese: attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili, l’uso di armi esplosive in aree densamente popolate, avvisi di evacuazione inadeguati e ordini di sfollamento di massa per interi villaggi, che sono insufficienti, inadeguati e quasi impossibili da rispettare.
Gli attacchi hanno preso di mira anche strutture e personale sanitario: secondo il Ministero della Sanità pubblica libanese, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 163 operatori sanitari e soccorritori in tutto il Libano nell’ultimo anno e hanno danneggiato 158 ambulanze e 55 ospedali. Alcuni ospedali nelle zone di conflitto poi hanno subito danni strutturali e diversi di questi sono parzialmente o del tutto non funzionanti.
Il conflitto ha compromesso gravemente anche l’accesso all’istruzione, con almeno il 60% delle scuole pubbliche adibite a rifugi e quasi 400 scuole chiuse a causa dell’insicurezza o dei danni agli edifici.
Con l’entrata in vigore del cessate il fuoco moltissimi sfollati hanno fatto ritorno alle loro aree di origine, ma devono ancora fare i conti con gli effetti della guerra: ordigni inesplosi, edifici non sicuri e restrizioni ai movimenti imposti dall’esercito israeliano per le persone che tornano nelle aree a sud del fiume Litani.
La popolazione ancora sfollata, invece, ha bisogno di alloggi adeguati, cibo, acqua, accesso alle cure mediche e a servizi igienico-sanitari adeguati, oltre che di carburante per garantire l’elettricità ai rifugi collettivi e agli impianti che forniscono l’acqua. Il sovraffollamento che prima del cessate il fuoco ha caratterizzato i luoghi di accoglienza e la mancanza di un’adeguata suddivisione degli spazi e di servizi igienici dedicati, hanno esposto per molto tempo le persone sfollate alla diffusione di malattie e le donne e i bambini a un alto rischio di subire abusi e violenza sessuale.
L’intervento di INTERSOS
INTERSOS è intervenuta per sostenere la popolazione fin dai primi giorni della crisi. Con il precipitare degli eventi alla fine di settembre, i nostri team, compresi gli operatori sfollati, si sono immediatamente mobilitati per assistere le centinaia di migliaia di persone in fuga.
Abbiamo iniziato da subito a lavorare in diversi rifugi collettivi nell’area di Beirut e Mount Lebanon, nella Bekaa, nel Nord e nel Sud del Paese, per renderli idonei ad accogliere le persone sfollate, distribuendo anche kit igienici e beni essenziali alle persone accolte nei rifugi collettivi. Ad oggi attraverso la riabilitazione dei rifugi collettivi abbiamo garantito un alloggio adeguato a circa 2mila persone. Abbiamo inoltre distribuito kit igienici a 4.700 persone e beni essenziali a 4.400 persone.
Per sostenere le persone colpite dalla guerra, inoltre, stiamo offrendo un supporto in denaro a 11.800 per far fronte alle necessità più immediate e abbiamo distribuito materassi e coperte in coordinamento con il il Comune di Tripoli a chi era rimasto escluso dalla rete di accoglienza.
Stiamo inoltre conducendo attività di primo soccorso psicologico e attività ricreative per i bambini sfollati che, secondo quanto riporta UNICEF, sono attualmente oltre 350 mila.
Infine, il nostro team legale fornisce consulenze telefoniche ai libanesi, siriani e apolidi che contattano le linee dedicate e stanno distribuendo documenti legali.
Con l’inizio del cessate il fuoco, i nostri team al Sud e a Baalbek si sono subito attivati per valutare le condizioni delle strutture di INTERSOS nelle aree prima inaccessibili al nostro staff per ragioni di sicurezza. Stiamo procedendo con i lavori di manutenzione necessari per riprendere l’operatività nei centri e negli uffici che sono stati danneggiati dai bombardamenti e portare aiuti alla popolazione. Il cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele rimane fragile, e c’è il rischio che il conflitto riprenda da un momento all’altro, ma i nostri team sono al lavoro per fornire tutta l’assistenza possibile alle persone che sono tornate a casa e a chi è ancora sfollato.
27.500
persone assistite
11.800
persone hanno ricevuto denaro per far fronte all’emenrgenza
4.700
persone hanno ricevuto kit igienici
4.400
persone hanno ricevuto beni di prima necessità




