Dopo le violente esplosioni del 4 agosto nel porto di Beirut, Libano, INTERSOS ha avviato subito un intervento di emergenza rispondendo ai bisogni primari delle persone colpite.

 

 

La storia di Clarita

Quando è avvenuta l’esplosione Clarita, 11 mesi e occhi grandi, dormiva nel suo lettino. Sua madre, Micheline, aveva messo il lettino sotto la finestra perché le arrivasse un po’ più di fresco nonostante il caldo afoso. La famiglia di Clarita vive a Karm El Zeitoun, in un vecchio edificio in tipico stile tradizionale dell’età dell’oro di Beirut. Quando la mamma di Clarita ha visto le finestre esplodere ha guardato il letto della figlia coperto di vetri e ha iniziato a gridare. Era paralizzata, il suo corpo rifiutava di muoversi. Era sicura che Clarita fosse morta sotto la pioggia di detriti. Capendo che la madre era sotto shock, è intervenuto il figlio di Micheline, che si è precipitato verso la finestra. Clarita era sana e salva, senza alcuna ferita. Quando sono arrivati per un sopralluogo, Micheline ha mostrato agli operatori di INTERSOS la figlia sorridente nella casa devastata dall’esplosione. Un miracolo in una catastrofe, hanno raccontato gli operatori del team INTERSOS che sta compiendo la valutazione dei bisogni delle persone colpite dal disastro di Beirut.

 

L’esplosione e le conseguenze

Il 4 agosto 2020, l’area del porto di Beirut è stata devastata da due esplosioni. La seconda è stata una massiccia esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio che ha provocato un’onda d’urto che ha danneggiato abitazioni e monumenti della città fino a 10 km di distanza, ucciso almeno 220 persone e ferito altre 7.000, secondo i dati del ministero della salute.

Più di 500.000 persone sono state direttamente colpite: libanesi, rifugiati siriani e lavoratori migranti che vivevano nei quartieri vicini al porto e maggiormente colpiti dall’esplosione come Karm el Zeytoun, Karantina, Bourj Hammoud, Geitawi e Nabaa. Hanno bisogno di assistenza immediata: cibo, vestiti, medicine e supporto psicosociale. Si stima che circa 300.000 residenti di queste aree abbiano perso le loro case e abbiano bisogno di un riparo. E che almeno 150.000 persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria urgente, in particolare di assistenza in denaro e accesso ai servizi di base.

L’esplosione è avvenuta in una fase storica in cui il Libano affronta una crisi multiforme. Negli ultimi mesi la situazione socio-economica ha continuato a deteriorarsi, con il costo dei beni primari in crescita esponenziale a seguito della profonda crisi finanziaria, aggravata dall’impatto del COVID-19.

 

L’intervento di INTERSOS

In questo scenario, INTERSOS si è subito mobilitata per rispondere ai bisogni umanitari urgenti della popolazione attraverso lo staff della missione – attiva dal 2013 – e contando su una vasta rete di volontari. Sono così già stati distribuiti 160 shelter kit (kit contenenti teli di plastica isolanti per la costruzione di ripari di emergenza) e 208 dignity kit (composti di materiali per l’igiene personale come sapone, spazzolino, dentifricio, assorbenti, asciugamani) nei quartieri di Geitawi, Bourj Hammoud, Karantina e Karm el Zeytoun. In coordinamento con le istituzioni e gli attori umanitari sul campo, INTERSOS sta garantendo supporto psicosociale e primo soccorso psicologico a coloro che sono stati più colpiti, e supportando la comunità nelle azioni di pulizia dei detriti. Inoltre, lo staff sta facendo valutazioni porta a porta per 168 famiglie colpite per identificare e aiutare persone particolarmente vulnerabili, inclusi bambini con disabilità o vittime di violenza di genere. Al contempo, INTERSOS ha delineato un piano di risposta all’emergenza che prevede:

  • Assistenza in denaro per fornire sollievo immediato alle famiglie più vulnerabili per l’acquisto di generi alimentari e per sostenere le esigenze di riparazione e ricostruzione delle abitazioni.
  • Riduzione del rischio di trasmissione del COVID-19 attraverso la distribuzione di kit igienici di emergenza che includono dispositivi di protezione individuale.
  • Assistenza alle persone vulnerabili colpite (libanesi, rifugiati siriani e lavoratori migranti) attraverso supporto psicosociale, protezione e tutela e assistenza legale per chi ha perso documenti importanti nell’esplosione.

 

INTERSOS parteciperà agli sforzi di ricostruzione della seconda fase di risposta all’emergenza, concentrando le forze nella riabilitazione delle abitazioni danneggiate e negli interventi di assistenza agli sfollati una volta arrivato il freddo, continuando l’assistenza in denaro per la sussistenza di famiglie e piccole imprese e portando avanti le azioni di protezione, cercando di prevenire il deterioramento della coesione sociale e le tensioni tra gli sfollati e la comunità ospitante.

 

INTERSOS è operativa nel Paese dei cedri dal 2013 nella risposta alla crisi umanitaria innescata dal conflitto siriano, sostenendo sia i rifugiati siriani che i libanesi più vulnerabili. Gli interventi coprono diverse aree dei Governatorati di Beirut, Mount Lebanon, Beqaa, Tripoli e Tiro. Le nostre attività si concentrano sulla tutela delle fasce più vulnerabili, con particolare attenzione ai bambini e alla lotta alla violenza di genere, con specifiche attività di supporto psicologico e psicosociale, assistenza legale ed educazione informale.

 

 

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