Sarah e sua madre frequentano adesso a Roma il nostro Safe Space INTERSOS24, dove il nostro staff si prende cura di loro

 

 

Sarah ha dodici anni, è solo una bambina e per quasi tutta la sua vita ha vissuto in casa con un padre violento. Per anni ha assistito alle violenze fisiche e verbali che suo padre ha esercitato contro la mamma. Questi momenti l’hanno cambiata, costringendola a diventare grande troppo in fretta. Ma le sofferenze dalle quali è fuggita, insieme alla madre e la sorella più piccola, continuano a tormentarla anche ora che, da due anni, vive in un’altra casa, lontana da quel contesto aggressivo e poco sicuro che ha caratterizzato tutta la sua esistenza fino a questo momento.

 

La madre racconta che mentre lei era fuori per lavoro, le due bambine venivano spesso chiuse nel bagno per ore come punizione a qualsiasi marachella. Quando Sarah racconta delle ore passate rinchiusa, i suoi occhi fissano il vuoto e prova ancora una sensazione di angoscia. Un’angoscia accentuata dalla consapevolezza che nessuno le avrebbe aiutate, nemmeno la nonna che viveva con loro. “Un giorno Sarah ha cominciato a sfidare il padre apertamente sin dal risveglio. Il solo pensiero che potesse accadere qualcosa alle mie figlie mi ha dato la forza per fuggire e chiedere aiuto”, ci racconta la madre. Nonostante siano ormai lontane da quella casa, non si può dire che siano uscite da quel contesto di violenza che continua a seguirle. Da meno di un anno, infatti, sono iniziati gli incontri protetti con il padre, dai quali Sarah esce sempre molto arrabbiata e sopraffatta, perché anche in queste occasioni, lui non fa che sminuire le sue scelte, anche le più banali. Malgrado la negatività che rivedere suo padre comporta, Sarah mostra una maturità sorprendente: gli ha chiesto di firmare l’autorizzazione per poter iniziare un percorso di psicoterapia, consapevole della necessità di affrontare le sue paure. Tuttavia, il padre ha risposto con un secco “no”, ostacolandola ancora una volta.

 

Le attività del Safe Space di INTERSOS24

 

Abbiamo conosciuto Sarah nello Spazio Psi (per il sostegno psicologico), un luogo dedicato all’ascolto delle donne che ospitiamo nel Safe Space di INTERSOS24, Centro nel cuore del quartiere di Torre Spaccata a Roma. Nel nostro Spazio Psi, la mamma di Sarah sta ricostruendo la sua storia per provare a guarire le sue ferite e riflettere su quelle delle sue figlie, consapevole che anche le loro avrebbero bisogno di essere aiutate in uno spazio dedicato. È qui che la violenza di quell’uomo torna a manifestarsi: sembra impossibile riuscire ad ottenere l’autorizzazione necessaria per attivare il sostegno psicologico per le bambine. Tuttavia, grazie agli incontri che avvengono nello Spazio Psi, la madre sta cercando di migliorare il più possibile il rapporto con le figlie, costruendo un dialogo costante e accogliendo il loro stato emotivo.

 

Lo Spazio Psi è uno degli spazi protetti presenti nel Safe Space di INTERSOS24. Qui, le donne trovano un luogo dove poter riflettere, elaborare e adottare nuovi punti di vista. Dove poter essere ascoltate, dove non sentirsi sole e trovare la forza di condividere la propria storia. Il personale di INTERSOS24 si impegna per aiutarle a riacquisire il diritto a vivere liberamente la propria identità e la propria vita. Offriamo loro anche un aiuto nella gestione delle pratiche burocratiche, attraverso percorsi di supporto per la tecnologizzazione delle pratiche amministrative e burocratiche, come l’iscrizione dei figli a scuola, attività lasciate molto spesso in mano ai mariti o compagni. Da noi, le donne hanno l’opportunità non solo di prendersi cura della propria salute fisica e mentale, ma anche di inserirsi nel mondo del lavoro. Diversi sono i laboratori professionalizzanti dove donne e ragazze possono esprimere le proprie abilità e socializzare: cucina, lingua italiana, yoga, estetica e sartoria, da cui è nata la sartoria sociale Kore, una impesa sociale che coinvolge molte donne del Safe Space. Le insegnanti, inoltre, sono professioniste del settore che in alcuni casi sono arrivate come ospiti del centro e che oggi collaborano nell’organizzazione delle attività.

 

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