Grazie ai fondi dell’Unione Europea, INTERSOS aiuta le donne sopravvissute a violenza o a rischio nel Nord e nel Sud del Paese

 

 

Nelle aree del Nord e del Sud del Libano la violenza di genere e, nello specifico, la violenza domestica, il matrimonio precoce, le molestie sessuali, lo sfruttamento e la negazione delle risorse sono una forma di violazione che viene rilevata e riportata molto di frequente. Spesso le persone che assistiamo vivono in contesti tradizionalisti e conservatori. Nella maggior parte delle sessioni di sensibilizzazione e supporto psicosociale che facciamo, le donne ci raccontano che la violenza domestica, in tutte le sue forme, è ancora socialmente accettata. Grazie ai fondi dell’Unione Europea, garantiamo aiuto mirato alle donne in stato di vulnerabilità nel Nord e nel Sud del Paese. Ecco alcune delle loro storie.

 

La storia di Douaa

 

Nel 2012, Douaa e la sua famiglia sono scappate in Libano dalla guerra in Siria in cerca di sicurezza e di una vita migliore. Grazie al nostro intervento, sostenuto dall’Unione Europea, Douaa ora insegue il suo sogno di continuare gli studi e diventare avvocata, per aiutare un giorno le ragazze a conquistare i loro diritti e a vivere una vita con dignità. “Voglio diventare un’avvocata per proteggere altre ragazze. Non voglio vedere più nessuna soffrire come ho fatto io, ogni ragazza dovrebbe godere pienamente dei propri diritti”.

 

Douaa ha 19 anni e ora vive a Hrar, Akkar, nel Nord del Libano. La sua famiglia ha affrontato molti ostacoli: inserirsi in un nuovo ambiente, trovare una buona fonte di reddito, trovare un alloggio dignitoso e, soprattutto, assicurare un’istruzione ai propri figli è stato molto difficile. Circa tre anni fa, al padre è stata diagnosticata una grave forma di diabete per via della quale sta perdendo la vista. Questo non gli permette di lavorare, né di pagare l’affitto. Tutti i figli hanno quindi iniziato a lavorare per guadagnare qualcosa e sostenere i genitori. Douaa ha continuato ad andare a scuola ma, quando era alla decima classe, è stata molestata sessualmente da alcuni compagni. Suo padre l’ha quindi costretta a lasciare la scuola e a rimanere a casa, sostenendo che era l’unico modo per stare al sicuro. Per aiutare la famiglia, nonostante le resistenze del padre, Douaa ha lavorato facendo le pulizie dai suoi vicini. Suo padre dice spesso che le ragazze non istruite sono pronte per il matrimonio. Quando l’abbiamo conosciuta si sentiva frustrata, depressa e senza speranza.

 

“Non potrò mai dimenticare la sua faccia quando l’ho incontrata per la prima volta, non aveva piani per il futuro” ha detto Yara, l’assistente sociale, “Queste persone mi motivano a dare tutta me stessa per aiutarle a perseguire i loro diritti e vivere i loro sogni”. Dopo varie sedute di sensibilizzazione e consapevolezza a cui gli assistenti sociali la invitavano a partecipare senza successo, Douaa ha compreso l’importanza del percorso e ha accettato di iniziare la terapia. Ora è seguita dal nostro staff, da uno psicologo e frequenta le attività di supporto psicosociale. Riceve un sostegno economico di emergenza (Emergency Cash Assistance – ECA) e per l’affitto (Cash For Rent – CFR) che le permettono sostenere la sua famiglia e il costo dei trasporti per proseguire gli studi.

 

“Grazie al sostegno economico che riceve, ora mia figlia è felice e può continuare a studiare, era tanto che non la vedevo così entusiasta per qualcosa. Poter pagare l’affitto ci permette di far andare i nostri figli a scuola” ha detto Reem, la madre di Douaa. “Mi mancava davvero la sensazione di stare in classe, voglio che tutti sappiano che hanno il diritto di sognare e vivere la loro vita al massimo”, ci ha detto Douaa. “Spero un giorno di poter aiutare le persone a capire l’importanza della loro libertà. Niente e nessuno ha il diritto di rubartela!”.

 

La storia di Fatima

 

Per anni ho avuto litigi con mio marito e, ogni volta, finiva che mi picchiava. Poi, da quando INTERSOS è intervenuta la mia vita è cambiata“, ci racconta Fatima (nome di fantasia). 46 anni, fuggita dalla guerra in Siria, Fatima è stata costretta a trasferirsi con i suoi tre figli da Kfarkila, nel sud del Libano, a Tripoli, nel Nord, insieme al marito e alla sua famiglia nel 2020. Dopo continui abusi emotivi e fisici, ha deciso di fuggire di casa, ha preso i suoi tre figli, due maschi (10 e 5 anni) e una femmina (7 anni) ed è tornata a Kfarkila, senza dire niente a nessuno, facendosi ospitare da una vecchia vicina. Poi ha contattato INTERSOS. “Non sarei arrivata fin qui senza il sostegno di INTERSOS, senza la loro rapida risposta e il loro costante follow-up. Grazie a loro, ora vivo al sicuro con i miei figli”.

 

Fatima è stata seguita a livello legale per chiedere il divorzio e la custodia dei figli. E ce l’ha fatta, in tempi molto rapidi, grazie all’intervento dei nostri avvocati. Fatima sta ricevendo un sostegno economico per l’affitto e per le varie emergenze che deve affrontare, e vive nell’anonimato. È seguita da uno psicologo e il suo stato mentale è migliorato, così come la sua routine quotidiana, ed è finalmente lontana dall’ex marito violento.

 

[gravityform id=”13″ title=”true” description=”true”]