La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha adottato ieri una decisione congiunta riguardo a due ricorsi d’urgenza, il primo presentato dal capitano della Sea-Watch 3 e dai migranti adulti, il secondo presentato dai 15 minori non accompagnati a bordo della nave, con il supporto anche di INTERSOS.

Con riferimento ai minori, la Corte ordina al Governo italiano di fornire un’assistenza giuridica adeguata e in particolare di assicurare la nomina di un tutore.

Secondo la legge italiana, il giudice deve sentire il minore prima di procedere alla nomina del tutore (Codice civile, art. 348) e il tutore nominato deve incontrare il minore, per informarlo dei suoi diritti ed ascoltare i suoi bisogni, il che è evidentemente impedito fino a quando i minori resteranno trattenuti sulla nave e non sarà consentito a nessuno salire a bordo.

Contestualmente alla nomina del tutore, il Tribunale per i minorenni è inoltre chiamato a ratificare le misure di accoglienza predisposte, disponendo l’affidamento del minore non accompagnato ai servizi sociali e il collocamento in un centro di accoglienza per minori.

Dunque, la Corte non impone direttamente lo sbarco dei minori, ma ordina l’adozione delle misure previste dalla normativa italiana che devono essere eseguite necessariamente garantendo l’immediato sbarco dei minori dalla Sea-Watch 3.

Inoltre, la Corte ordina che siano adottare tutte le misure necessarie al fine di garantire ai ricorrenti adeguate cure mediche. Considerate le condizioni di grave vulnerabilità e disagio psico-fisico delle persone a bordo della Sea-Watch 3, e in particolare dei minori, in conseguenza delle violenze e torture subite in Libia, dei traumi connessi al naufragio e della prolungata permanenza forzata sulla nave, in condizioni di sovraffollamento e promiscuità, è evidente come non possano essere garantite adeguate cure mediche sulla nave.

Con questa decisione, la CEDU riconosce che la Sea-Watch 3 è sottoposta alla giurisdizione italiana e che l’Italia ha dei precisi obblighi di tutela dei diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo nei confronti dei migranti a bordo: la tesi sostenuta dal Governo italiano secondo cui la Sea-Watch 3 sarebbe sotto la giurisdizione esclusiva dell’Olanda, in quanto la nave batte bandiera olandese, viene dunque totalmente rigettata dalla Corte di Strasburgo.