Mentre si intravedono flebili speranze di una soluzione politica aumentano gli attacchi ai civili e peggiora la condizione di fame e colera. Le ONG internazionali impegnate in Yemen lanciano un appello affinché finiscano gli attacchi contro la popolazione.

 

Martedì 17 aprile, Martin Griffiths, l’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, ha annunciato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che presenterà una nuova Road map per la pace entro due mesi, al fine di rilanciare le negoziazioni per porre fine alla guerra civile yemenita.

Ventimila i morti, di cui almeno la metà tra la popolazione civile, secondo le Nazioni Unite in soli tre anni dall’inizio della guerra, la situazione umanitaria dello Yemen è la più grave al mondo: ventidue milioni di persone su 27 milioni di abitanti dipendono dagli aiuti umanitari, 18 milioni soffrono la fame e, nelle ultime settimane, è cominciata una terribile epidemia di difterite che si è aggiunta a quella di colera, che da oltre un anno si è diffusa in tutto il paese causando più di un milione di casi e 2200 morti.

Nelle ultime settimane si è poi compiuta una nuova strage di civili: il 2 aprile nella città costiera di Hodeidah un attacco aereo ha ucciso 12 persone, tra cui 7 bambini; il 20 aprile un altro raid aereo ha colpito un veicolo che trasportava 20 persone uccidendole tutte. Altri ventidue civili, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono stati uccisi in un raid nella provincia di Hajjah, nello Yemen nordoccidentale, nella serata di domenica 22 aprile, mentre partecipavano a un matrimonio.

Gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono una grave violazione del diritto internazionale umanitario – hanno sostenuto le 13 ONG* attualmente impegnate in Yemen. Queste regole sono state costantemente violate in Yemen. Le parti coinvolte in questo conflitto devono impegnarsi a rispettare le leggi internazionali stabilite per proteggere i civili. Le stesse parti infine devono prendersi le propria responsabilità e porre fine a questa guerra. Lo Yemen ha bisogno di una soluzione politica non militare.

 

*Action Contre la Faim, CARE, Danish Refugee Council, Global Communities, Handicap International, International Medical Corps, INTERSOS, Médecins du Monde, Mercy Corps, Norwegian Refugee Council, Saferworld, Save the Children, ZOA