Sul finire del 2016, in risposta alla crisi umanitaria venutasi a creare durante il conflitto con i gruppi armati di opposizione, INTERSOS ha avviato le sue operazioni nel Borno State nel nord est della Nigeria, dapprima per garantire la sicurezza alimentare e alloggi alla popolazione di sfollati interni per poi estendere il suo intervento fino a comprendere programmi che combattono la malnutrizione e garantiscono l’assistenza sanitaria delle fasce più bisognose.

 

Paolo Micalizzi è arrivato a Maiduguri nell’agosto del 2017: “I colleghi e le analisi effettuate da INTERSOS mi avevano già dipinto la criticità della situazione. E a risentirne di più erano le fasce più vulnerabili della popolazione: donne e bambini. Le violenze perpetrate in questa area del paese hanno fatto sprofondare la situazione sanitaria in un baratro, con circa il 57 per cento delle strutture sanitarie rese inagibili. E a farne le spese sono soprattutto le donne: il tasso di mortalità materna in queste aree è uno dei più alti nella regione. Per questo l’intervento di INTERSOS si è concentrato sulle specifiche esigenze sanitarie delle donne in gravidanza. Sono loro e successivamente i loro bambini, i pazienti che affollano i nostri presidi sanitari”.

I nove anni di conflitto hanno prodotto massicci spostamenti di popolazione in fuga e hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione che, non avendo accesso ad alcun servizio, si è resa dipendente degli aiuti umanitari.
“L’instabilità dell’area e i continui attacchi dei gruppi armati – continua Paolo – hanno bloccato la produzione alimentare, lasciando quasi 5 milioni di persone nell’insicurezza alimentare. La malnutrizione infantile ha raggiunto un’incidenza altissima, con percentuali quasi dieci volte superiori al livello di crisi. L’intervento umanitario si rende quindi indispensabile per garantire alla popolazione del nord est della Nigeria un’esistenza dignitosa” .