Youssouf vuole fare l’imbianchino. Un mestiere umile per un ragazzo di 16 anni che sogna una vita onesta e un futuro migliore per la sua famiglia.
I suoi occhi si illuminano quando parla di cominciare a studiare a scuola, grazie al sostegno degli operatori di Intersos e del centro di accoglienza per minori Casa Marconi a Palermo. Qui può ricevere formazione e imparare un mestiere. Da qui può aiutare la sua famiglia, la ragione del lungo e pericoloso viaggio che l’ha portato in Sicilia.

La storia di Youssouf è la storia di migliaia di ragazzi in fuga. Quando aveva solo 12 anni suo padre è morto e sua madre non era in grado di occuparsi dei suoi due figli. Da fratello maggiore era suo il compito di provvedere ai bisogni di casa, ma il Mali non offre molte possibilità e i lavoretti saltuari non gli facevano guadagnare abbastanza. Per questo si è trasferito in Algeria, dove ha fatto il muratore per un anno e poi in Libia, dove aveva sentito ci fosse più lavoro.
La vita non è facile neanche lì e così Youssouf ha fatto il suo primo tentativo di attraversare il Mediterraneo, fallito a causa dello scafista, che è fuggito con i suoi soldi. Con i suoi amici di viaggio è caduto nella rete dei banditi libici, che li hanno arrestati e imprigionati in attesa di un riscatto.

“Non era un carcere ufficiale. Ci hanno sequestrati, ci picchiavano e non ci davano da mangiare. Alcuni di noi sono morti sotto le bastonate”.

L’unica via di fuga da quell’inferno era una finestrella in quella stanza così grande e allo stesso tempo così piccola. Dopo un primo tentativo fallito, una notte salendo uno sull’altro hanno raggiunto la serratura e l’hanno forzata.
Dopo un mese e mezzo finalmente erano liberi! La prima cosa da fare era trovare un nuovo lavoro per raccogliere i soldi necessari per la traversata. Quel momento è arrivato lo scorso ottobre, quando Youssouf ha lasciato a bordo di un gommone la costa libica.

“Sono stati due giorni interminabili. È stato terribile, sono morte diverse persone. Neanche i soccorsi sono riusciti a salvare tutti prima che il barcone affondasse.

Sono passati 10 mesi da quella notte di ottobre e adesso le sue speranze per una nuova vita non sembrano più vane: l’Italia, la destinazione del suo viaggio, può essere il luogo in cui ricominciare e cancellare coi colori il buio del suo passato.

© Foto di Guillermo Luna