La scrivania di un ufficio e il sedile di un fuoristrada: due momenti diversi di un’unica missione per i nostri operatori umanitari nel mondo. Perché lo studio del territorio e l’analisi dei bisogni sono le fasi preliminari e necessarie all’azione sul campo. Come in Yemen, dove il caso della piccola Izz è stato segnalato ai nostri operatori in sede che hanno attivato uno dei nove team mobili per intervenire tempestivamente. Izz, a soli tre giorni dalla nascita, soffriva già di malnutrizione perché la sua mamma, anche lei malnutrita, non riusciva ad allattarla. La donna, costretta a fuggire da casa sua per colpa del conflitto insieme ai suoi otto figli, ha trovato un alloggio di fortuna tra le montagne insieme ad altre tre famiglie.

“Siamo intervenuti subito per spezzare questa spirale di povertà”, racconta Aliya, operatrice umanitaria di INTERSOS in Yemen. “Assistendo la mamma abbiamo curato anche la bambina. Oggi stanno bene e la nostra missione continuerà ad assisterle per i prossimi mesi”, aggiunge Aliya.

Come Izz e la sua mamma, sono 2,5 milioni gli sfollati in Yemen, a causa del conflitto che sta straziando un paese in cui i livelli di malnutrizione, anche prima dell’inizio dei combattimenti, erano tra i più alti al mondo: la metà dei bambini sotto i cinque anni ha o avrà disturbi nella crescita, a causa dei deficit alimentari drammaticamente diffusi nel paese.

La crisi in corso in Yemen ha raggiunto livelli gravissimi e casi come quello della piccola Izz dimostrano che l’intervento umanitario è una corsa contro il tempo per salvare vite. Nelle aree in cui stiamo intervenendo, le nove cliniche mobili INTERSOS, attraverso cui stiamo portando aiuti a migliaia di sfollati e rifugiati in fuga da scontri e bombardamenti, sono l’unico servizio sanitario per la popolazione.

Per noi di INTERSOS quelli che chiamano profughi sono innanzitutto persone. Ciascuno con un nome, ciascuno con la propria identità e la propria storia da raccontare. Lavorando in prima linea per rispondere ai loro problemi più immediati, giorno dopo giorno scopriamo i loro bisogni, ma anche i loro sogni e le le loro emozioni. L’emozione della mamma di Izz nel vedere suo figlio prendere peso è indescrivibile.