Burkina Faso

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2019

Primo intervento nel Paese

205.200

Persone raggiunte

11

Progetti

3.726.363

Budget attività


Contesto

La crisi umanitaria in Burkina Faso, che si protrae ormai già da molti anni, continua ad avere un forte impatto sulla popolazione civile. Nel Paese, oggi, 5,9 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria, ossia il 25% della popolazione. In molte comunità, in particolare quelle che vivono nelle aree più difficili da raggiungere, le vulnerabilità sono cresciute a causa della prolungata insicurezza, che determina anche molti limiti dei movimenti, e degli shock climatici, come i frequenti rischi di siccità e inondazioni.

Si stima che siano 1,1 milioni le persone che vivono in queste aree remote, in condizioni di precarietà e isolamento, facendo affidamento solo sull’assistenza umanitaria per sopravvivere. La protezione dei civili (PoC) è qui un tema estremamente preoccupante. La violenza contro donne e ragazze, in particolare, si è intensificata negli ultimi anni. Le donne e le ragazze affrontano un alto rischio di abusi durante la ricerca di acqua, cibo e legna da ardere.
Questo sta a sottolineare come la mancanza di accesso all’assistenza salvavita e ai servizi sociali di base esacerbi i rischi per le persone vulnerabili.

Nonostante il peggioramento delle condizioni umanitarie in Burkina Faso, i finanziamenti dal 2020 sono diminuiti drasticamente. Il piano di risposta umanitaria dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Aiuti Umanitari (OCHA) ha stanziato 316,1 milioni di dollari nel 2020 -circa il 75% del suo fabbisogno finanziario- mentre nel 2024 ha stanziato soli 148 milioni di dollari, cioè appena il 16% del fabbisogno di aiuti umanitari del Burkina Faso.

L’intervento di INTERSOS

Nel 2024 i nostri progetti in Burkina Faso hanno supportato persone sfollate interne, comunità ospitanti vulnerabili e persone con bisogni
specifici, adottando approcci integrati incentrati su protezione, salute, nutrizione, istruzione in emergenza e sostegno alle capacità locali.

Nel settore della salute, continuiamo a lavorare per rafforzare i centri sanitari locali attraverso la fornitura di farmaci e il supporto agli operatori e garantiamo l’accesso a cure gratuite per le persone sfollate. Offriamo, inoltre, supporto psicosociale a donne e bambini sopravvissuti a violenze, formiamo operatori locali e creiamo spazi sicuri per l’ascolto e la protezione. Ci assicuriamo, quindi, che le popolazioni colpite dalla crisi umanitaria abbiano accesso a cure sanitarie primarie, curative e preventive, nonché a una gestione nutrizionale di qualità. Il nostro focus sono in particolare i bambini tra i 6 e i 59 mesi, che assistiamo sia tramite ricovero presso i centri sanitari che a domicilio, utilizzando l’Approccio del Perimetro Brachiale (MUAC).

In materia di educazione, sosteniamo la riapertura delle scuole chiuse e contribuiamo a ristrutturare gli edifici scolastici e a riavviare le attività educative attraverso la costruzione e la riabilitazione di pozzi e latrine; la fornitura di kit con materiale per l’igiene generale e mestruale destinato in particolare a ragazze vulnerabili; la formazione degli insegnanti e degli studenti sul tema dell’igiene e dei servizi igienico-sanitari nell’ ambito scolastico.

Nel settore della protezione, infine, garantiamo sessioni di sensibilizzazione a uomini e donne, ragazzi e ragazze su diverse tematiche quali il diritto all’informazione relativa ai servizi disponibili, la violenza contro i bambini, l’importanza di avere un certificato di nascita, la coesione sociale e la gestione dei conflitti comunitari.